Taglio ad alto fusto in località “La Fida”

Taglio ad alto fusto in località “La Fida”

Come è possibile confondere interventi di avviamento a fustaia con scempi ambientali?

 

Descrizione dell’intervento di selvicoltura in località “La Fida”, cosa stiamo facendo.

 

 

L’Università degli Uomini Originari di Costacciaro esiste da oltre sette secoli ed ha come funzione primaria quella della conservazione del proprio patrimonio da trasmettere alle generazioni future. Non è un caso che sul territorio di nostra proprietà non siano state autorizzate costruzioni di villette e baite montane come in molti altre parti dell’Appennino, perché l’azione sarebbe stata irreversibile, privando le future generazioni di godere della bellezza dell’ambiente montano.

Mentre in epoche meno recenti ai boschi veniva applicato unicamente taglio ceduo, in negli ultimi decenni alcune zone della nostra proprietà sono state avviate ad alto fusto o fustaia che si dica. Il risultato è che oggi possiamo godere di alcune delle faggete più belle dell’Umbria, come Col d’Orlando o Val Rachéna.

L’Università degli Uomini Originari di Costacciaro si avvale da anni della collaborazione del dott. forestale Mauro Frattegiani che ha studiato tutte le tipologie di boschi in proprietà e redatto un Piano di Assesto Forestale, di validità decennale, che consentirà di procedere al taglio boschivo con ordine, criterio e programmazione.

Recentemente siamo stati oggetto di vivaci e colorite critiche, per non usare altri termini, per l’intervento di avviamento a fustaia delle faggete in zona “La Fida” che è attualmente in corso. Dato che si sta confondendo, si voglia per superficialità, imperizia o disinformazione, un intervento protettivo e cautelativo del patrimonio boschivo in uno scempio o, peggio, abuso ambientale, crediamo sia doverosa una nostra precisazione in merito.

Premettiamo che le faggete in località La Fida sono boschi cedui (in cui la maggior parte delle piante presenti si originano dalle ceppaie delle piante tagliate) che furono utilizzate l’ultima volta verso la fine degli anni’50.

Nella zona sono presenti numerose aie carbonili, a testimonianza del fatto che il bosco veniva regolarmente ceduato ogni 7-10 anni al massimo, asportando quasi tutti gli alberi presenti, come si può vedere dalle foto aeree realizzate nel 1954/1955 (vedi foto allegate).

Non si tratta quindi di faggete incontaminate, come qualcuno e sostiene, ma di boschi fortemente influenzati dall’attività antropica da secoli.

Il taglio di avviamento per la conversione a fustaia è la tecnica più utilizzata in Italia per la conversione dei boschi da cedui a fustaie, descritta in tutti i testi di selvicoltura. Qui ci limitiamo a citarne solo due per chi volesse approfondire l’argomento:

• PIUSSI e ALBERTI, 2015 – Selvicoltura generale (pagg. 335-340);
• CIANCIO e NOCENTINI, 2004 – Il bosco ceduo (pagg. 183-251).

La base teorica e scientifica di questo tipo d’intervento è quella di accelerare i processi naturali di evoluzione del bosco, che tenderebbe nel lungo periodo (nel nostro caso dopo 100-150 circa) ad assumere naturalmente l’aspetto a fustaia e a rinnovarsi per via gamica (dai semi prodotti dai faggi maturi). Attraverso il taglio di avviamento è possibile raggiungere questi obiettivi in tempi molto più ridotti (Intorno ai 70-80 anni), migliorando le caratteristiche dimensionali e di stabilità biomeccanica degli alberi dominanti.

Attraverso il taglio di avviamento, non solo si accelera la strutturazione del bosco a fustaia favorendo le piante più grandi e vigorose, ma si favoriscono anche le specie sporadiche (aceri montani, aceri ricci, frassini maggiori, sorbi…) di particolare interesse per la biodiversità e per l’alimentazione della fauna, che altrimenti rischierebbero di sparire o comunque faticherebbero notevolmente a diffondersi.

La maggior parte delle faggete che sono presenti al Monte Cucco sono state avviate a fustaia tramite taglio di avviamento, in tempi più o meno recenti, e i risultati possono essere osservati da tutte e da tutti.

Il Piano Forestale Regionale dell’Umbria individua la limitata estensione dei boschi governati ad alto fusto rispetto ai boschi governati a ceduo come uno dei punti di debolezza principali per quanto riguarda la tutela e valorizzazione della diversità biologica delle foreste, così come il mantenimento o miglioramento delle funzioni protettive degli ecosistemi forestali.

I Piani di gestione dei Siti Natura 2000 (IT5210008 e IT 5210009) in cui ricade la zona d’intervento prevedono che “nei boschi cedui di faggio sono incentivati interventi di avviamento all’alto fusto”.

La Guida per i selvicoltori, realizzata all’interno del Progetto SUNLIFE per la promozione di buone pratiche gestionali all’interno di Habitat forestali di interesse comunitario,  individua la conversione attraverso la tecnica del taglio di avviamento come una delle buone pratiche realizzabili per la tutela e valorizzazione degli Habitat e di alcune specie di interesse.

Potremmo continuare a lungo, ma crediamo ciò sia sufficiente per fare comprendere quanto sia lontana da noi l’idea di voler devastare i boschi del Monte Cucco e quanto sia invece nostra intenzione valorizzare i migliorare le funzioni bioecologiche di questi ecosistemi.

Per poter presentare meglio quello che si sta facendo, stiamo organizzando un incontro in bosco aperto al quale potranno partecipare tutte le persone che siano interessate ad approfondire la tematica.

La zona di intervento (Google sat. 2021)
La stessa zona nel 1954-1955 (fonte Regione Umbria: Paesaggi nel tempo)